Dal prossimo 22 Maggio fino al 10 Luglio, in Villa
Peripato, a Taranto, sarà aperto un nuovo circolo letterario, in cui ci si potrà
incontrare e discutere sorseggiando un buon caffè. Nato in collaborazione con
la libreria Mondadori di Taranto e con la nuova gestione de ‘La Capannina relax cafè’ , il prof.
Simone Izzo, ideatore del progetto, condurrà 8 incontri settimanali. La particolarità
di questo circolo letterario? Un indizio: si chiama “Book Club”. Ci siete arrivati? Gli
incontri si terranno in lingua inglese e si discuterà di libri letti in tale
lingua.
Lo scopo, ovviamente, è il “potenziamento delle competenze linguistiche” presso i tarantini,
che quanto a inglese, possiamo immaginarlo, sono scarsi... e il modo è partire dalla conversazione per arrivare
all’analisi grammaticale e sintattica della lingua inglese in quelli che
saranno dei veri e propri incontri lezione.
Perché ne parlo? Cosa c’è di male nel fare un circolo
di amanti appassionati della lingua e della cultura inglese? Assolutamente niente,
anzi. Ma se andiamo a vedere un po’ più a fondo, c’è qualcosa che non quadra.
Quali sono i primi testi selezionati per il programma del primo incontro, quello di apertura e inaugurazione del circolo? Sono di Jules Verne e Robert Louis Stevenson, e sono stati scelti perché hanno ispirato adattamenti cinematografici e televisivi. Sono cioè, con alta probabilità, già conosciuti dal pubblico. E questo facilita le cose. Sono inoltre presentati in una versione semplificata. Quindi è un circolo letterario inglese, come si legge sull'immagine di promozione. Cioè degli italiani fanno finta di essere madrelingua inglesi e si incontrano leggendo classici della letteratura mondiale, tradotti nella loro lingua. come farebbero, in italiano, in un circolo italiano. con la differenza che gli inglesi non avrebbero bisogno di una traduzione semplificata... nè di Verne, e tantomeno di Stevenson!
Quali sono i primi testi selezionati per il programma del primo incontro, quello di apertura e inaugurazione del circolo? Sono di Jules Verne e Robert Louis Stevenson, e sono stati scelti perché hanno ispirato adattamenti cinematografici e televisivi. Sono cioè, con alta probabilità, già conosciuti dal pubblico. E questo facilita le cose. Sono inoltre presentati in una versione semplificata. Quindi è un circolo letterario inglese, come si legge sull'immagine di promozione. Cioè degli italiani fanno finta di essere madrelingua inglesi e si incontrano leggendo classici della letteratura mondiale, tradotti nella loro lingua. come farebbero, in italiano, in un circolo italiano. con la differenza che gli inglesi non avrebbero bisogno di una traduzione semplificata... nè di Verne, e tantomeno di Stevenson!
Andiamo ancora più a fondo: Robert
Louis Stevenson è un importantissimo autore scozzese del 1800,
famoso in particolare per "l'isola del tesoro" e per “lo strano caso
del dottor Jekyl e Mister Hyde”, che ha ispirato un numero immenso di
adattamenti e riscritture a teatro tv e cinema. Ora, non è tanto il fatto che sia scozzese, e non inglese, a pesare nel
mio giudizio: d’altronde Stevenson
scriveva in lingua inglese. Ma in che lingua inglese? Una lingua vecchia, che si presenta per molti aspetti diversa dall’inglese
parlato oggi, e soprattutto dall’inglese “scolastico”. Insomma, leggere
Stevenson per discutere del suo inglese è roba da esperti filologi e storici
della lingua di Sua Maestà. Ma non vi preoccupate: il libro sarà presentato in
versione semplificata. Ma come si può presentare una versione semplificata di
uno scrittore? In un’opera letteraria il linguaggio scelto è importantissimo,
fondamentale! così si fa una violenza alla lingua inglese in generale e all’autore
particolare…
Quindi non importa dell’opera letteraria – dov’è
allora il circolo letterario? – e non importa nemmeno la lingua inglese quella
Vera. Importa solo che si impari, anche male, la lingua più importante del
mondo. Un circolo letterario in italiano sarebbe stato completamente inutile,
come la nostra lingua.
Questo scarso interesse per il valore
linguistico-letterario di questo singolare circolo letterario si vede ancor
meglio nell’altro autore proposto… Jules Verne. Jules Verne scriveva in francese. Già tradurlo e leggerlo in inglese,
per chi non è madrelingua inglese, mi pare un’operazione forzata. Ma per di più
sarà tradotto in un inglese, anche lui, “semplificato”.
Insomma: se
fosse un circolo letterario (inglese o italiano), sarebbe abbastanza scarso in quanto ad
attenzione per il valore culturale della letteratura e della formazione degli
autori nella loro produzione. Se fosse
un circolo tipo “gli amici della lingua inglese”, dovrebbe scegliere con
più cura i testi della cultura inglese da analizzare. Ma fatto così, scegliendo
classici internazionali tradotti in inglese a degli italiani che ancora hanno
uno stretto contatto col dialetto, mi pare solo un incoraggiamento all’abbandono
dell’italiano, a saltare direttamente da una lingua povera regionale a una
lingua straniera.
Ant.Mar.
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