giovedì 30 maggio 2013

'L'ABC DELLE NAZIONI UNITE': DOPO 60 ANNI ANCHE IN ITALIA



Editoriale Scientifica, 342 pp.

L'ABC DELL'ONU: Esce finalmente in Italia, tradotto nella nostra lingua, affiancando così le altre traduzioni già da tempo esistenti, il volume divulgativo ‘Basic Facts about the United Nations’, stampato per la prima volta nel 1947 nella sola lingua inglese. Ne annunciano la pubblicazione in Italia – a cura della Editoriale Scientifica, XIX-342 pagine, costo 20 euro – il Dipartimento di Informazione Pubblica (DPI) dell’Onu e Unric Italia.

Si intotola ‘L’ABC delle Nazioni Unite’, e si tratta di un breve manuale, semplice ma completo, che si propone in primo luogo di essere uno strumento utile ai non addetti per entrare nei corridoi del Palazzo di Vetro e orientarsi nel complesso sistema burocratico ONU, carpendone i principi ispiratori, le strutture, le priorità. Si descrivono i funzionamenti e le procedure basiche, le attività principali, i fondi e programmi che costituiscono il sistema Nazioni Unite, nel tentativo di illustrare il contributo dell’Onu alla pace e alla sicurezza internazionale, allo sviluppo economico e sociale, ai diritti umani, all’azione umanitaria e al diritto internazionale. Informa inoltre su Paesi membri, operazioni di mantenimento della pace, Giornate tematiche internazionali, contatti per i Centri di informazione delle Nazioni Unite nel mondo, analizzando inoltre recenti significativi sviluppi nel mondo e in seno al sistema Onu.

Il volume è quindi destinato a una continua opera di aggiornamento, mira quindi, oltre che alla divulgazione “bignami”, ad essere anche un’utile strumento di consultazione per gli esperti di affari internazionali.

COSA SIGNIFICA: Quanti anni sono passati dal 1947? Era ora che anche gli italiani avessero una spiegazione chiara – chiara vuol dire nella propria lingua, oltre che scritta bene – per entrare,, anzi, capire il discorso politico sovranazionale. Vedere un po’ meglio i giochi di potere. Fino ad oggi gli italiani non solo subivano la difficoltà di procurarsi il volume; subivano anche la difficoltà della lingua straniera. Due fattori che restringono il campo a una minuscola fetta di popolazione: chi ha i mezzi (economici sociali e intellettivi) per imparare a perfezione l’inglese, e per procurarsi il libro; oltre all’interesse a procurarselo.

Insomma, era roba da specialisti, in Italia, mentre altrove nel mondo, e nelle intenzioni della sua stessa composizione, doveva essere appunto un’opera di divulgazione. Ecco quindi una dimostrazione pratica di come sia la traduzione, e non il Solo-inglese, lo strumento per l’internazionalizzazione di tutti. Uno strumento più democratico, e molto meno dispendioso, e decisamente più veloce.

Conviene insegnare a 60milioni di persone l’inglese finché lo sappiano tutti alla perfezione, o tradurre un paio di paginette?

Ant.Mar.

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