Editoriale Scientifica, 342 pp. |
L'ABC DELL'ONU: Esce
finalmente in Italia, tradotto nella nostra lingua, affiancando così le
altre traduzioni già da tempo esistenti, il volume divulgativo ‘Basic Facts about the United Nations’,
stampato per la prima volta nel 1947
nella sola lingua inglese. Ne annunciano la pubblicazione in Italia – a cura
della Editoriale Scientifica,
XIX-342 pagine, costo 20 euro – il
Dipartimento di Informazione Pubblica (DPI)
dell’Onu e Unric Italia.
Si
intotola ‘L’ABC delle Nazioni Unite’, e si tratta di un breve manuale, semplice ma
completo, che si propone in primo luogo di essere uno strumento utile ai non
addetti per entrare nei corridoi del Palazzo di Vetro e orientarsi nel complesso sistema burocratico
ONU, carpendone i principi ispiratori, le strutture, le priorità. Si descrivono i
funzionamenti e le procedure basiche, le attività principali, i fondi e programmi che
costituiscono il sistema Nazioni Unite, nel tentativo di illustrare il
contributo dell’Onu alla pace e alla sicurezza internazionale, allo sviluppo
economico e sociale, ai diritti umani, all’azione umanitaria e al diritto
internazionale. Informa inoltre su Paesi membri, operazioni di mantenimento
della pace, Giornate tematiche internazionali, contatti per i Centri di
informazione delle Nazioni Unite nel mondo, analizzando inoltre recenti
significativi sviluppi nel mondo e in seno al sistema Onu.
Il volume
è quindi destinato a una continua opera di aggiornamento, mira quindi,
oltre che alla divulgazione “bignami”, ad essere anche un’utile strumento di consultazione per gli esperti
di affari internazionali.
COSA SIGNIFICA: Quanti anni
sono passati dal 1947? Era ora
che anche gli italiani avessero una spiegazione chiara – chiara vuol dire nella
propria lingua, oltre che scritta bene – per entrare,, anzi, capire il discorso
politico sovranazionale. Vedere un po’ meglio i giochi di potere. Fino ad oggi gli
italiani non solo subivano la difficoltà
di procurarsi il volume; subivano anche la difficoltà della lingua straniera. Due fattori che restringono il campo a una minuscola fetta
di popolazione: chi ha i mezzi (economici
sociali e intellettivi) per imparare a
perfezione l’inglese, e per
procurarsi il libro; oltre all’interesse a procurarselo.
Insomma, era
roba da specialisti, in Italia, mentre altrove nel mondo, e nelle
intenzioni della sua stessa composizione, doveva
essere appunto un’opera di divulgazione. Ecco quindi una dimostrazione pratica di come sia la traduzione,
e non il Solo-inglese, lo strumento per l’internazionalizzazione di tutti.
Uno strumento più democratico, e
molto meno dispendioso, e
decisamente più veloce.
Conviene insegnare a 60milioni di persone l’inglese
finché lo sappiano tutti alla perfezione, o tradurre un paio di paginette?
Ant.Mar.
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