venerdì 3 maggio 2013

Robert Phillipson: Americanizzazione e Inglesizzazione come processi di conquista mondiale.

Robert Phillipson, linguista inglese, e il suo libro uscito in anteprima in italiano

20 ANNI FA: Robert Philipson, linguista inglese, scrisse un libro che fece arrabbiare moltissime persone, specie nel mondo anglofono. Il titolo del libro era “L’imperialismo linguistico”, e denunciava la colonizzazione della lingua – e della cultura – inglese nel mondo intero. Oggi quel libro è tradotto in moltissime lingue, pubblicato in Cina, in India...

Da allora molte cose sono successe, e l’inglese – strettamente legato a interessi economici – si è particolarmente rafforzato sia nelle ex colonie che, soprattutto, in Europa. Per questo è stato necessario, per Robert Philipson rimettersi al lavoro.

OGGI: E’ uscito in anteprima in Italia il suo nuovo libro, “Americanizzazione e inglesizzazione come processi di occupazione globale”, ancora prima che in Inghilterra – dove si prevede farà scandalo – grazie all’opera dell'Esperanto Radikala Asocio (ERA) che l’ha tradotto. Il libro è stato presentato giovedì scorso, al "Nave di Libri" in Spagna. Phillipson sostiene come le politiche imperiali di Gran Bretagna e Stati Uniti siano state esplicitamente volte all’occupazione fisica e mentale a livello mondiale, portando di conseguenza alla disuguaglianza globale. Per leggere l'interessante introduzione all'edizione italiana di Giorgio Pagano, segretario dell'ERA, clicca QUI

IL VIDEO: Per l’occasione è stato realizzato un video, da cui riporto un estratto significativo:


Robert Philipson afferma che “ci sono alcune insensatezze dette in reazione alla promozione dell’inglese… per esempio un sacco di persone parlano di inglese globale, come se in realtà ognuno usasse l’inglese capisca la lingua… e se si promuove l’inglese come una ingua franca ciò significherebbe che poi ognuno sarebbe in grado di parlare in modo semplice con gli atri. Questo ovviamente non è vero, l’inglese globale non esiste: meno di un terzo della popolazione mondiale ha competenze in inglese. E sono piuttosto dubbioso riguardo alla possibilità da parte di “un terzo” della popolazione italiana di utilizzare l’inglese, per esempio, per scopi molto complessi come i negoziati all’interno dell’unione europea ma anche per insegnare attraverso la lingua inglese. Quando i miei amici italiani mi hanno detto che ora ci sono dei cambiamenti che vengono attuati nell’istruzione italiana secondo i quali tutti gli insegnanti devono avere un certo livello di competenza in inglese e addirittura insegnare la propria materia in inglese… trovo che tutto questo sia molto scioccante, che sia un idea molto molto strana, che non è basata su ciò che dovrebbe accadere in un paese, uno Stato. Credo che il caso italiano sia i più estremo di tutti i paesi europei, ma lo stesso sta accadendo nelle élites delle ex colonie africane e in India, che istruiscono i propri figli esclusivamente in inglese. Questo vuol dire che li stanno separando, che stanno tagliando loro i legami con i valori con le tradizioni della loro cultura locale, mentre le masse non hanno alcuna competenza dell’inglese. Questo è lo sviluppo molto preoccupante.”(clicca qui per vedere tutto il video)

INSEGNAMENTO IN INGLESE: Più precisamente, riguardo a quello che ci interessa di più perché succede in casa, riguardo alla decisione di far passareall’inglese la scuola e l’università italiane in un’intervista Robert Phiipson risponde:

Lei ha detto che insegnare inglese nelle università italiane sia una idea stupida, questo perché di fatto l’italiano appare come la sesta, altre volte la settima lingua più studiata al mondo, e questo per via della cultura italiana ma anche per i suoi prodotti, design, moda. Così il fatto di promuovere e difendere la lingua nazionale è molto importante. Si tratta di un’offerta di  maggiori lingue intorno al mondo, quindi una situazione assai diversa da quella attuale, nella quale di fatto l’inglese sta prendendo vantaggio. Qual è la sua opinione su questo punto?
Purtroppo il mio istituto, dove insegno, ha abolito l'apprendimento dell’italiano. L’italiano è stato tagliato fuori completamente. Sono sorpreso nel sentire che il governo italiano non stia promuovendo la lingua a livello internazionale. La Francia e la Germania stanno ancora investendo un enorme quantità di soldi nella promozione delle loro lingue a livello internazionale, anche se c’è una grande forza… una vasta comprensione dalla base sociale dei vantaggi derivanti dalla conoscenza dell’inglese. Penso che l’Unione Europea stia dicendo molte belle cose sul multilinguismo in teoria, tipo nell’avere almeno due lingue straniere nelle scuole fino ad un alto livello, ma in pratica tutto quello che fa l’Ue è privilegiare l’inglese. Se si osservano, per esempio, alcune attività, se si guarda al sito web della Commissione europea, qualunque cosa è in inglese, molte sono in francese e molto poco nelle altre lingue a parte le leggi che devono essere in tutte le 23 lingue. E questa è una enorme discriminazione per tutti i cittadini la cui lingua di lavoro non è l’inglese, che è ancora la maggior parte dei ricercatori probabilmente negli stati membri: ecco un esempio di come funziona l’imposizione del neo-imperialismo e le forze alle sue spalle che allargano i confini dell’inglese a spese delle lingue nazionali. Penso che tutto ciò sia molto triste e credo che se gli italiani fossero capaci di investire più soldi nella promozione della propria lingua a livello internazionale, questo potrebbe essere un investimento molto buono, ma credo che molte persone in diverse parti del mondo hanno un legame molto positivo con la cultura italiana nel passato e nel presente anche se il vostro scenario politico al momento è un po’ bizzarro.
Benché io sua molto felice nell’usare l’inglese adesso, la mia lingua madre, io leggo in esperanto quanto mi occorre, uso il danese e lo svedese tutti i giorni, uso frequentemente il francese nelle mie corrispondenze via mail, uso il tedesco. Quindi tutti noi, che siamo internazionalisti, sappiamo che è possibile divenire multilingue effettivamente se le giuste politiche circa l’istruzione vengono messe in atto. (clicca qui per tutta l'intervista)

QUINDI: dopo i francesi, che vengono sempre accusati di nazionalismo, ora anche gli inglesi – almeno i linguisti inglesi – ci avvertono della stupidità di quello che stiamo facendo abbandonando l’insegnamento in italiano. Anche gli svizzeri tutelano la lingua italiana nel loro territorio. Insomma, non mancano che gli italiani, a difendere la lingua e la cultura italiana.

Ant.Mar.

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