Davide Guadagni |
Sul giornaletto in rete
di Davide Guadagni, intitolato “l’Antilingua”
e pubblicato per l’Espresso.it ho trovato un articolo che denuncia alcune “aberrazioni”
entrate nel nostro lessico culinario recentemente, soprattutto inglesi. È così
breve che lo riporto tutto:
SCRIVE DAVIDE GUADAGNI
CHE:
"C’era un tempo, pulito e non lontano, in cui i
nostri pasti erano a orari fissi e definiti con termini chiari: colazione,
pranzo e cena. Fino all’adolescenza era consentita anche la merenda. A un certo
punto, proveniente da Milano, ha cominciato a far capolino l’aperitivo, ch’era
un modo per far due chiacchiere, per rovinarsi la cena e per far vendere certi
miscugli alcolici colorati. Eravamo convinti che fosse tutto a posto quando,
nelle nostre abitudini e nella nostra lingua, si sono inseriti nuovi riti e
parole, perlopiù di provenienza inglese che, in un crescendo, ci hanno confuso
la lingua e lo stomaco. La colazione di lavoro sostituì il pranzo (quando era
d’affari), il lunch si sovrappose alla cena. Ma non era ancora nulla. Oggi ci
troviamo a registrare anche le aberrazioni che seguono.
Apericena – Come il brunch
(v.) ma più tardi, verso il tramonto. Anche quello della nostra lingua.
Break – Pausa. Per chiacchiere e
caffè. Si rimpiange quando lo dicevano solo gli arbitri di pugilato.
Brunch – Break (v.),
tra colazione e pranzo, quando si lavora sodo. Tipico delle miniere del Sulcis.
Buffet – Stesa di cibarie a
margine di un evento (v.) dove, spesso, riusciamo a dare il peggio di
noi.
Cocktail – Come buffet (v.)
ma in genere di benvenuto.
Light lunch – Cena, dove si
mangia poco e si chiacchiera assai. Un brunch (v.) vespertino.
Pastoteca – Ultimo gradino delle
insegne che da paninoteca a spaghetteria in giù dilaniano la lingua.
Pizzata – Tutti in pizzeria
rumorosamente. In pratica una piazzata con scarto di lettera e al chiuso.
Snack – Spuntino per far passare
il languorino. In pubblicità tutto quel che si mangia di taglia piccola.
DICO IO CHE: Questo articolo è troppo purista (e io
ho intitolato il mio spazio in italiano
dantesco!!). Dato che non posso
commentare l’articolo originale senza iscrivermi, e dato che sarebbe troppo
lungo, ne faccio un discorso più ampio qui. È troppo purista perché, da un lato, denuncia troppo tardivamente –
e insieme troppo frettolosamente – certi anglicismi. Dall’altro lato, e questo conta di più ai miei occhi, non accetta formazioni italiane nuove
(relativamente nuove) che sono del tutto
legittime. Se non vuole né l’inglese né il nuovo italiano, che cosa vuole?
Sono d’accordissimo che
Light Lunch è assolutamente da
evitare – a malapena è giustificabile se ci si riferisce ai turisti in un
centro storico, ma a malapena proprio – avendo noi il bellissimo "pranzetto(leggero)". Risulta quantomeno ridicolo, alla Alberto Sordi Americano a Roma.
Così come Cocktail
nel senso di ricevimento: è un
insulto, siamo d’accordo. Ma nel senso di "intruglio di bevande alcoliche e non" è assolutamente da
adottare, anche perché ormai totalmente radicato, e diffuso in tutte le lingua
del mondo, comprese le più puriste.
Snack
anche, per quanto mi pare si trovi più sulle insegne pubblicitarie che tra i
parlanti, non mi piace affatto, e “spuntino”
sta lì apposta, bello rotondo e simpatico come solo una parola italiana sa
essere.
Ma
non vedo proprio niente di male in Apericena, è una
formazione nuova, che si prende certe libertà che aprono nuove possibilità morfologiche,
come trasformare “aperi-“ in prefisso… e quel che più conta, all’orecchio mi
pare suoni ben riuscita. Di sicuro suona molto meglio di “colanzo”, che pur esiste accanto al più diffuso “brunch”. "Pizzata", poi, non è neanche niente di nuovo, si è evidentemente
formato su “spaghettata” ed è del tutto
giustificata dalle possibilità del sistema linguistico. Infatti “spaghettata”
non urta il delicato orecchio di nessuno.
Paninoteca
e spaghetteria, che hanno fatto di male? Io me la
prenderei con “grill” al posto di “carne alla brace”… Se poi andiamo a vedere tra i commenti, vediamo che moltissimi
lettori sono d’accordo con Davide Guadagni, e ci stupiamo nel constatare che se la
prendono con “impiattare”, definito “orribille”. In- (dentro) piatto+are(desinenza verbale). Del tutto
possibile e giustificabile, inserita e coerente con le regole del sistema. Imbucare esiste e non dà fastidio a
nessuno. Impastare va bene, ma guai
a impiattare qualcosa.
INDI PER CUI: Questa è
una delle caratteriste che del nostro rapporto con la lingua italiana che più
mi lascia esterrefatto. Non riusciamo ad
accettare quasi mai una nuova formazione italiana, e tanto più la schifiamo
quanto più è accettabile. Poi magari, dopo qualche tempo, quella parola si
impone e non offende più nessuno, ma all’inizio, sembra a tutti un’eresia. Proprio
come Ariosto che si scandalizzava per Honore scritto senza H.proprio come ci scandalizziamo di che scritto "ke", chiamandolo "sms style" (cfr articolo)
Credo
che avendo una tradizione linguistica molto letteraria
e molto ferma (da Bembo a Manzoni) su un modello rigido e sostanzialmente
irreale, perché la lingua non era parlata effettivamente da nessuno, abbiamo ereditato questa concezione di
fermezza assoluta. C’entra anche il fatto credo, che per molti versi è una
fortuna, che potendo leggere con relativa facilità scritti rinascimentali
sentiamo istintivamente che la lingua sia ferma per forza.
Qualunque sia la causa
per cui abbiamo questo strano rapporto monolitico con la nostra lingua, a mio
avviso è una situazione che può rivelarsi, e lo sta facendo, pericolosa. Perché io credo che questo elemento abbia
un ruolo fondamentale nel nostro accettare dall’altro lato, una quantità di
parole straniere (francesi una volta, inglesi oggi), non adattate, per
coprire i vuoti procurati da nuovi concetti o oggetti. Da Computer a Buffet.
Dato che ogni nuova
formazione che si crea nella nostra lingua è “orribile” per moltissimi, perché
evidentemente o una parola esiste già in italiano, o non si può creare, allora
preferiamo prendere parole straniere, che ci risparmiano la fatica e il
dispiacere di veder evolvere e crescere la nostra lingua. Lo si vede bene dal
fatto che Pizzata sia denunciato alla stregua di “light lunch”, e che tra i
commenti si parli di “impiattare”, mentre non si è infastiditi in prima istanza
da nessun forestierismo.
Ant.Mar.
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