domenica 19 maggio 2013

PROVINCE AUTONOME: PIÙ TEDESCO E MENO ITALIANO



Il tedesco, da lingua poco studiata all’estero e soggetta a un’invasione anglicizzante analoga a quanto succede nella lingua italiana, è passato in pochi anni ad essere una delle lingue straniere più studiate (cfr articolo): il suo “prestigio” è cioè cresciuto di pari passo con l’imporsi economico della Germania in Europa e nel mondo. Adesso, stabilizzata la sua crescita, è iniziato il livello successivo di promozione della lingua, nelle provincie di frontiera, dove la lingua di Goethe rappresenta una “minoranza”. Basta fare un salto in Austria e lo statuto di tale lingua cambia decisamente… . in questi giorni infatti si sono succedute delle iniziative che vanno in direzione del rafforzamento della lingua “minoritaria”, mentre l'insegnamento italiano appare sempre più penalizzato. C’è da dire che per di più nelle scuole italiane della provincia di Bolzano c’è già un insegnamento della lingua tedesca.
RAI IN TEDESCO: Innanzi tutto, si rafforza la promozione de tedesco tramite i mezzi di comunicazione di massa. A Roma, nella sede Rai di viale Mazzini, è stato presentato ufficialmente il 16 maggio dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'editoria Giovanni Legnini, dal presidente della Provincia Luis Durnwalder, dall'assessore Florian Mussner e dal direttore generale della RAI Luigi Gubitosi l'accordo per la realizzazione e la trasmissione di programmi radiofonici e televisivi in lingua tedesca e ladina in Alto Adige. La nuova convenzione 2013-2015 – sottoscritta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Provincia di Bolzano e la Rai – aumenta le trasmissioni in tedesco e ladino, adegua l'organico e prevede l'assunzione da parte della Provincia degli oneri finora sostenuti dallo Stato.

“È una prova concreta di come si possa applicare il federalismo”, ha affermato il presidente
Durnwalder, che ha aggiunto: “un aumento degli spazi radio e TV per le minoranze aiuta a rafforzare la loro identità culturale, a valorizzare la lingua e le tradizioni”. Il direttore generale della Rai Gubitosi, ha ribadito “l'attenzione della Rai alle esigenze delle minoranze. E questa convenzione aiuta a fare ancora di più”.

“Grazie a strumenti come questo accordo la lingua ladina non solo viene salvaguardata, ma ha anche un futuro” ha detto l'assessore provinciale Florian Mussner, rappresentante della comunità ladina assieme all'onorevole Daniel Alfreider. Se nel caso del ladino l’iniziativa pare positiva, nel caso del tedesco sembra ci siano in ballo interessi più ampi. Innanzi tutto perché la lingua tedesca è una minoranza “relativa”, minoranza in Italia... maggioranza altrove.

DOCENTI IN TEDESCO: Infatti, l’attenzione data alla lingua tedesca è decisamente maggiore. Sempre nella provincia autonoma di Bolzano sono aperte fino al 26 maggio le iscrizioni presso il settore Innovation und Beratung dell'Intendenza scolastica di lingua tedesca a corsi di tedesco rivolti ai docenti di italiano seconda lingua che insegnano presso le scuole di lingua tedesca. I corsi sono finanzianti all’80% dal Fondo Sociale Europeo: dal potere economico, al potere politico (ottenere finanziamenti) al potere culturale.  inizieranno nel prossimo autunno e dureranno sino al giungo 2014. Nel marzo del 2014 è previsto anche un soggiorno di 10 giorni in Germania con un apposito tutoraggio.

INVESTIRE IN TEDESCO: Quanto sia legato il potere economico col prestigio della lingua lo dimostra la decisione di Mediobanca di rafforzare i rapporti con i mercati in lingua tedesca. In un'intervista a 'BoersenZeitung', infatti, Adam Bolek, responsabile delle attività di Mediobanca nei Paesi di lingua tedesca, ha affermato che “Germania, Austria e Svizzera rappresentano per Mediobanca importanti mercati esteri. In questo modo diversifichiamo ulteriormente il nostro portafoglio. Qui già quest'anno prevediamo un volumi di onorari decisamente cresciuto e nel 2014 lo vogliamo raddoppiare”.

Faccio notare, se fosse sfuggito, che l’anno chiave per tutti e tre gli interventi è il 2014: in quest’anno comincerà la televisione regionale in lingua tedesca, saranno pronti i “superdocenti” usciti dal corso di tedesco rafforzato, saranno raddoppiati i rapporti finanziari con chi parla tedesco. È interessante notare come almeno 6 università italiane, e moltissimi licei, dal 2014 cominceranno a relegare l’italiano in disparte, per un insegnamento in lingua straniera (cfr articolo).

ITALIANO A BOLZANO: In tutto questo, però, si crea un paradosso: mentre la politica (di natura leghista-indipendentista) tutela la “minoranza” tedesca, i sindacati scendono in piazza per richiedere
una scuola bilingue, che guardi cioè anche all’italiano. il problema in sostanza è che l’Italia tutela e promuove tutte e lingue locali, comunità alloglotte, dialetti… ma non muove un dito per la promozione della lingua italiana in Italia (all’estero… non ne parliamo).

È successo infatti che le scuole dell’infanzia in lingua tedesca della provincia sono state prese d’assalto dai bimbi italiani e stranieri negli ultimi anni. In contemporanea sempre più genitori sudtirolesi vorrebbero l’introduzione anche nelle (loro) scuole materne della seconda lingua, come accade da anni nell’altra metà del cielo. Per risolvere una volta per tutte la spinosa questione, adesso la Funzione pubblica della Cgil chiede l’asilo bilingue, aperto indifferentemente a italiani, tedeschi e figli di stranieri. Purtroppo, però, per via della spending review, il progetto della seconda lingua nella scuola, che è sempre più richiesto anche da parte dei genitori, viene portato avanti da personale aggiuntivo”; e questo personale “non è in grado di ricoprire tutte le richieste e purtroppo si ricorre sempre più a insegnanti di seconda lingua che occupano quindi posti che sarebbero di diritto delle insegnati italiane”. 

Questa problematica “è da tempo seguita dalla nostra categoria” e “abbiamo provveduto a segnarla agli amministratori provinciali e ai politici, ma finora non abbiamo ottenuto risposta”. Se il progetto della seconda lingua entrasse finalmente anche nelle scuole tedesche “il problema si potrebbe invece risolvere”. Ma vista la situazione, è lecito chiedersi se lo si voglia risolvere, il problema.

IL CASO EMBLEMATICO: La scuola italiana dell’infanzia Aquilone doveva spostarsi per adattare gli spazi alle nuove esigenze. Ma, ci fa sapere la Cgil, “Le stesse insegnanti della struttura di via dei Combattenti da circa due anni si sono spese, vista la promessa ufficiale di spostarsi all’Hänsel e Gretel, per adattare gli spazi di questa scuola alle loro esigenze, con un impegno che si è protratto anche oltre il loro orario di lavoro”. Poi, invece, all’ultimo minuto, “è stato deciso che la struttura venga lasciata ai bambini di lingua tedesca, per un aumento di iscrizioni, e i bimbi dell’Aquilone [di lingua italiana ndr] sono destinati ad essere trasferiti nella scuola di viale Venezia, dove gli spazi sono inadeguati”. Questo “sicuramente alimenta la questione etnica”.

E alimenta, dal nostro particolare punto di vista, l’idea che si voglia boicottare la lingua italiana, e che si usi la crisi, i soldi o il lavoro che non ci sono, le minoranze, la scusa, faziosa, che l’inglese lo parlano tutti, o meglio, che “il mercato delle lingue” non vuole l’italiano. insomma, è per dare un po’ di credito a chi gestisce le cose; o lo fa apposta perché non ama la cultura italiana, o è proprio incompetente.

Ant.Mar.

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