Articolo di Andrea Piso, su itasportpress.it
Oggi ho definitivamente assistito alla morte della lingua italiana anche nella terminologia calcistica.
Sono un italiano, un italiano vero...
Non ci posso fare nulla, ma trovo imbarazzante oltre ogni misura l’uso
spropositato di questi neologismi che non fanno altro che essere
“calchi” di lingue straniere.
I termini remontada, triplete, in the box, danno enfasi alle
mie considerazioni, in virtù di un’esaltazione che l’italiano generico
medio continua a portare avanti nei confronti di idiomi che non
corrispondano al suo. Ma perché? Forse è vero che nel nostro Paese siamo
sempre stati abituati a subire il “fascino” del diverso, dell’esotico o
di qualcosa che esulasse dalla nostra identità nazionale.
Assolo, doppietta...triplete
Forse fa più fighi dire che l’Inter ha vinto il triplete, anziché
banalizzare il concetto con un modesto italianismo quale “tripletta”;
probabilmente sarà frustrante dover dire che il Real Madrid non è
riuscito nell’impresa della Rimonta, ma se asserisci che trattasi di
Remontada, beh le cose cambiano e magari l’impatto mediatico ed
emozionale risulta più affascinante.
Io di affascinante non vedo nulla nel sapere che la Patria di Dante,
Petrarca, Foscolo e Leopardi debba annichilirsi dietro ipocriti gesti di
esterofilia, che non fanno altro che depauperare la nostra identità e
la nostra storia.
Ho vissuto tanti anni in Spagna (già, la Patria del Triplete…), e posso
assicurarvi che il popolo spagnolo evita qualsivoglia uso di termini
stranieri: pensate che se a Madrid voglio acquistare il celebre panino
“hot dog”, dovrò chiedere un perrito caliente (traduzione letterale di
cane caldo), così come se devo comprare un computer dovrò chiedere un
ordenador.
Forse il mio essere così retrogrado non mi consente stare al passo coi
tempi, ma ho amato troppo Manzoni per permettermi tali scempi.
Nessun commento:
Posta un commento
ogni commento non costruttivo sarà eliminato.