Luigi Preiti |
LINGUAGGIO VIOLENTO: Dopo
la sparatoria a Palazzo Chigi che ha visto due carabinieri feriti da Luigi
Preiti, si sono sprecate le considerazioni sul linguaggio.
La colpa è del
linguaggio, di questo o di quello, di tutta la politica… insomma, Luigi Preiti,
pare, ha fatto quello che ha fatto non per una condizione oggettiva senza vie d’uscita
– con grossa responsabilità dello Stato – ma per colpa di chi parla in tv e chi scrive su giornali.
Ovviamente il primo
bersaglio è stato Beppe Grillo, che col suo “linguaggio violento” ha incitato i
deboli di spirito, come Preiti, a voler uccidere i politici. Questo è quantoafferma Alessandra Moretti del PD.
Ovviamente Grillo ha risposto che mica è colpa sua, non è il suo linguaggio il punto
e se c’è chi aizza alla violenza, bisogna
andarlo a cercare tra le file dei politici, in particolare queli del PDL. Non è
linguaggio violento il dito medio di Gasparri?
Anche il presidente del Senato, Grasso, ha detto “la politica misuri il linguaggio” poiché “l’odio è
contagioso”
LINGUAGGIO DI VERITÀ: Insomma,
se vogliamo cambiare, dobbiamo cominciare dal linguaggio.
È proprio per questo
che Napolitano ha invitato i politici, nel suo discorsone di ri-insediamento, a
parlare, adesso, un “linguaggio di verità”: consiglio che ovviamente il nuovo Presidente del Consiglio Enrico Letta segue pedissequamente, ribadendo: “parlerò con il linguaggio sovversivo della verità”. Che vuol dire tutto e niente; ma “sovversivo”, di questi tempi, è una parola
che piace.
IL SOSPETTO: se l’idea è davvero che, per cambiare testa bisogna cambiare modo di parlare, non posso che essere d’accordo. Però viene il sospetto che qui si voglia cambiare
SOLO il linguaggio: usarlo come una
facciata, un muro. Ancora di più. Una
delle espressioni più false che abbia mai sentito è proprio “linguaggio di
verità”: non vuol dire nulla. Vuoto totale. Un vuoto da riempire con una verità qualsiasi, con una propaganda.
Dico questo perché non posso non pensare che ci prendano per
dei completi idioti: il fatto di Preiti non è esemplare? Preiti è uno di quelli, tanti, che si sono
suicidati: solo che lui ha pensato di farlo in modo eclatante, di fargliela
pagare in qualche modo. Ma loro non solo non capiscono che si possa giungere a
un tale livello di disperazione, ma soprattutto non riescono nemmeno a concepire che abbia una minima capacità di
critica autonoma e una qualche forma di intelligenza: se è così incazzato è perché loro, cioè chi gli dice cosa e come
pensare, hanno usato un linguaggio troppo forte, troppo violento.
La soluzione, quindi, è
una neolingua orwelliana come nel romanzo 1984? La direzione sembra proprio quella, dalla "guerra umanitaria" al Ministero del Welfare... e allora forse
siamo tutti scemi davvero.
Ant.Mar.
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