Dai neologismi del maestro Brera a alle contaminazioni
inglesi, dall’essenzialità della comunicazione alla tempesta di
superlativi oggi tanto di moda nelle telecronache. Il linguaggio del
calcio sta al passo con i tempi e si evolve di continuo, ma mantiene
costantemente le sue specificità.
Ad analizzare nei dettagli il fenomeno ci ha pensato un giovane
studente dell’università di Sassari, che per la sua laurea in Scienze
delle lettere e della comunicazione ha presentato una tesi incentrata
sull’argomento. “Le tendenze linguistiche del giornalismo calcistico”,
questo il titolo del lavoro (relatore Luigi Matt), va a fondo del
fenomeno, analizzando i cambiamenti avvenuti negli ultimi trent’anni.
«Il linguaggio del calcio può essere definito una "lingua speciale" –
spiega il venticinquenne neo-laureato –, caratterizzata da particolarità
lessicali, sintattiche e testuali che tende a differenziarsi dalla
lingua comune e stabilisce un rapporto preciso tra le cose e le parole,
presentando un grado di tecnicizzazione elevato. La differenza con le
altre discipline è che esso risulta più di dominio pubblico rispetto ad
altri campi, come la medicina e il diritto».
Un padre allenatore di lungo corso (Mario Silvetti ha allenato
varie squadre, dal Castelsardo alla nazionale femminile), un fratello
protagonista nel campionato di Eccellenza (Giuseppe, difensore del
Taloro), mentre lui ha giocato solo a livello giovanile e ora il calcio,
più che giocarlo, sogna di raccontarlo. Piero Silvetti analizza le
terminologie utilizzate dai cronisti sportivi, dai termini gergali alle
metafore di guerra, da Konrad Koch - considerato il precursore a livello
internazionale - a Gianni Brera, maestro del giornalismo italiano.
Melina, uccellare, incornare, goleador, contropiede, pretattica sono
solo alcuni dei neologismi da lui inventati.
Silvetti ha letto, ascoltato e analizzato centinaia tra
articoli e telecronache di varie epoche. Con diverse scoperte
interessanti. Su una rivista come Supergol del 1987, per esempio, si
trovano molte più espressioni gergali di quante se ne incontrino
leggendo un numero odierno del Guerin Sportivo. «Nel linguaggio di oggi
si riscontrano molte più espressioni tecniche rispetto al passato – dice
lo studente – e allo stesso tempo i termini inglesi abbondano, sia
perché oggi vi è una maggior conoscenza della lingua, sia perché spesso i
termini anglosassoni risultano più significativi ed espressivi. Ma
oggi, in generale, la materia viene più spettacolarizzata dai suoi
interpreti».
E tra i sinonimi goleador, cannoniere, marcatore e bomber, ciò
che conta è il fatto che questi termini siano comprensibili e
interscambiabili tra loro. Universali, insomma. Proprio come il
linguaggio del calcio.
(fonte: la nuova Sardegna)
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