Ve
lo ricordate “forza Italia”? Si gridava allo stadio
e davanti alla televisione in tutta Italia, durante i mondiali, da almeno almeno
mezzo secolo. Poi arrivò Berlusconi,
che con un atto geniale – da genio del male – prese l’espressione, forte e radicata, collegata inconsciamente
a bei momenti, semplice come il tifo
da stadio, comprensibile da tutti. Invece
di inventare una frase a effetto, un nome originale, hanno messo il cappello su un’espressione del popolo. Hanno fatto leva sulla passione primordiale degli
italiani, per il calcio… o meglio, per il tifo.
Vi ricordate? All’inizio c’era un po’ di imbarazzo,
perché ancora sfuggiva un “forza Italia!!”
nel senso originale: per incitare la nazionale. Pian piano ci si è abituati a
dire “forza Azzurri!” e derivati. Senonché, anche il colore azzurro, in altri
contesti…
Oggi il clima e le
strategie politiche sono cambiate, come diostra l'irruzione di Beppe Grillo, ma di
nuovo si rischia la privatizzazione di un termine per definizione pubblico:
cittadino.
“I parlamentari dovranno rifiutare l’appellativo di
“onorevole” e optare per il termine “cittadina” o “cittadino”, recita il codice di comportamento a 5stelle.
L’uso che il Movimento
5 Stelle fa della parola, infatti, mettendo addirittura nero su
bianco che
loro non sono “onorevoli”, ma "cittadini", rischia di specializzare la parola al punto che non sia più possibile utilizzarla in ambiti neutrali. Proprio come “forza Italia”. Proprio come “compagno”, si rischia che i "cittadini" siano loro, i pentastellati, e non noi tutti. Un equivoco che sta alla base stessa del linguaggio del Movimento 5stelle e che fa loro molto comodo. Ne parlo in maniera più approfondita nella rubrica PAROLAxPAROLA (clicca qui). L'unico modo sarebbe che il M5S abbia il 100% dei consensi.... ma in quel caso, non si potrebbe parlare proprio di cittadini.
loro non sono “onorevoli”, ma "cittadini", rischia di specializzare la parola al punto che non sia più possibile utilizzarla in ambiti neutrali. Proprio come “forza Italia”. Proprio come “compagno”, si rischia che i "cittadini" siano loro, i pentastellati, e non noi tutti. Un equivoco che sta alla base stessa del linguaggio del Movimento 5stelle e che fa loro molto comodo. Ne parlo in maniera più approfondita nella rubrica PAROLAxPAROLA (clicca qui). L'unico modo sarebbe che il M5S abbia il 100% dei consensi.... ma in quel caso, non si potrebbe parlare proprio di cittadini.
Forse è troppo presto per lanciare l'allarme, ma se
ci rubano "cittadino", non resta più niente: se ci rubano
la stessa parola – la stessa idea – di libero uomo in libera città, siamo
drasticamente fottuti. Sarà forse necessario ricorrere all’orribile “cityperson”, che indica fisicamente colui che abita in città, spogliato dalla stratificazione della parola protagonista della rivoluzione francese e della nascita della democrazia moderna...
Che brutta fine sarebbe, per il cittadino italiano.
Ant.Mar.
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