IL PROGETTO: L’obiettivo è tradurre i documenti
istituzionali e le leggi in un linguaggio semplice e comprensibile per tutti,
anche per chi ha dei limiti mentali. Il progetto si chiama Pathways, è promosso da Inclusion
Europe ed è e portato avanti in numerosi paesi europei come
Slovenia, Slovacchia, Estonia, Ungheria, Spagna, Croazia e Italia; dove è sostenuto
dall’attività dell’Anffas, Associazione Nazionale di Famiglie di
Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale.
Inclusion Europe è un’associazione europea che
lavora per far rispettare i diritti delle persone con disabilità intellettiva,
e per questo spinge affinché i disabili siano messi in grado di partecipare
attivamente al proprio rapporto con le istituzioni, capendo le informative su salute,
diritti, sicurezza, politica, documenti istituzionali o leggi, notizie di
difficile comprensione eccetera.
COME: Il progetto è giunto alla sua seconda fase, che
si protrarrà fino a novembre 2013 con
progetti attivi per ulteriori due anni. La
prima fase si è concentrata sulla riscrittura di numerosi documenti; per la
realizzazione sono stati coinvolti disabili intellettivi che hanno fornito
utili indicazioni per tracciare le linee guida per una scrittura inclusiva e
facilmente comprensibile. Sono così stati riscritti numerosi documenti che
illustrano molti diritti di cui è bene essere consapevoli, come il diritto di
voto per disabili intellettivi, le richieste fatte al Parlamento Europeo per il
diritto di voto, il volantino delle elezioni europee del 2009 e le stesse
comunicazioni che descrivono il progetto, e, sul sito dell’Anffas, numerosi
contenuti sono tradotti e indicati tramite un apposita icona, scritti con un
carattere diverso e corredati da immagini che facilitano la comprensione. Sul vademecum, liberamente scaricabile, sono
descritti i processi per produrre linguaggi accessibili e per un’informazione
facile da capire, che sia essa scritta, in formato video o in formato audio.
Logo scelto per indicare il 'linguaggio facile' |
Adesso siamo alla seconda fase: i disabili stessi saranno
introdotti a questo nuovo linguaggio di scrittura, tramite dei “percorsi di apprendimento permanente”, in
modo che si diffonda il più possibile come standard largamente riconosciuto. Le regole per farsi capire da tutti sono
semplici, ma vanno applicate con precisione: occorre ripetere concetti difficili, scrivere per brevi periodi, parlare lentamente
e usare parole semplici. Qual è il
risultato, com’è questo linguaggio? potete giudicarlo da un video caricato su Youtube, intitolato "Sai quali sono i tuoi diritti?" (guarda video) dove vengono illustrati in
versione “facile”, i diritti delle persone con disabilità secondo la
convenzione ONU.
PERCHÉ: Non c’è
bisogno di spiegarlo molto; è il modo migliore per assistere i disabili;
non assisterli. Per dargli pari diritti infatti non basta assisterli, cosa che può essere umiliante e che dà
comunque all’”assistente” un potere, ma
bisogna dargli i mezzi per cui possa essere autosufficiente. Come chi è su
una sedia a rotelle ha diritto alle
rampe per salire sul marciapiede – in modo da non aver bisogno di aiuto –
così chi non è in grado di capire un testo, per incapacità e non per ignoranza
o analfabetismo di ritorno, ha diritto
ad avere delle “rampe” linguistiche per facilitargli la “salita”.
Si vuole cioè rendere più facile la vita ai disabili mentali, restituirgli dignità, permettergli una comprensione
anche di temi difficili, in modo che siano capaci di comprendere aspetti
fondamentali della loro vita, dei loro diritti, che altrimenti rimarrebbero degli
ostacoli insormontabili alla libertà
di queste persone.
PERÒ: Tutto molto giusto. Speriamo solo che non si cominci a scrivere con linguaggio ultra-semplificato
ogni cosa per dare diritti a una minoranza di persone, trattandoci tutti da
disabili. Speriamo cioè che resti relegato all’uso per cui è nato. Infatti, se
oltre ai disabili mentali, c’è in Italia una buona percentuale di cittadini che
pur non avendo alcun impedimento non sono comunque in grado di comprendere un
testo scritto in italiano corrente. Quindi, lo dico?, questo progetto torna utile anche a una buona fetta di disabili “culturali”.
La semplificazione già la fa da
padrone in tutti i campi della nostra vita, dominati dalla rete e dalla superficialità e
rapidità che comporta questo nuovo modello socio-culturale. Ma semplificare
documenti ufficiali e leggi, forse, le
rende più vaghe, più facilmente aggirabili… e usare un linguaggio
semplificato in tutti i contesti anche i più complessi, può renderci superficiali – poche parole pochi pensieri – incapaci di
vedere un po’ più in là. Insomma non vorrei che il semplice ci rendesse sempliciotti.
Ant.Mar.
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