venerdì 19 aprile 2013

LINGUAGGIO SEMPLICE PER CAPIRE I DIRITTI: PROGETTO 'PATHWAYS'



IL PROGETTO: L’obiettivo è tradurre i documenti istituzionali e le leggi in un linguaggio semplice e comprensibile per tutti, anche per chi ha dei limiti mentali. Il progetto si chiama Pathways, è promosso da Inclusion Europe ed è e portato avanti in numerosi paesi europei come Slovenia, Slovacchia, Estonia, Ungheria, Spagna, Croazia e Italia; dove è sostenuto dall’attività dell’Anffas, Associazione Nazionale di Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale.

Inclusion Europe è un’associazione europea che lavora per far rispettare i diritti delle persone con disabilità intellettiva, e per questo spinge affinché i disabili siano messi in grado di partecipare attivamente al proprio rapporto con le istituzioni, capendo le informative su salute, diritti, sicurezza, politica, documenti istituzionali o leggi, notizie di difficile comprensione eccetera.


COME: Il progetto è giunto alla sua seconda fase, che si protrarrà fino a novembre 2013 con
Logo scelto per indicare il 'linguaggio facile'
progetti attivi per ulteriori due anni. La prima fase si è concentrata sulla riscrittura di numerosi documenti; per la realizzazione sono stati coinvolti disabili intellettivi che hanno fornito utili indicazioni per tracciare le linee guida per una scrittura inclusiva e facilmente comprensibile. Sono così stati riscritti numerosi documenti che illustrano molti diritti di cui è bene essere consapevoli, come il diritto di voto per disabili intellettivi, le richieste fatte al Parlamento Europeo per il diritto di voto, il volantino delle elezioni europee del 2009 e le stesse comunicazioni che descrivono il progetto, e, sul sito dell’Anffas, numerosi contenuti sono tradotti e indicati tramite un apposita icona, scritti con un carattere diverso e corredati da immagini che facilitano la comprensione. Sul vademecum, liberamente scaricabile, sono descritti i processi per produrre linguaggi accessibili e per un’informazione facile da capire, che sia essa scritta, in formato video o in formato audio.

Adesso siamo alla seconda fase: i disabili stessi saranno introdotti a questo nuovo linguaggio di scrittura, tramite dei “percorsi di apprendimento permanente”, in modo che si diffonda il più possibile come standard largamente riconosciuto. Le regole per farsi capire da tutti sono semplici, ma vanno applicate con precisione: occorre ripetere concetti difficili, scrivere per brevi periodi, parlare lentamente e usare parole semplici. Qual è il risultato, com’è questo linguaggio? potete giudicarlo da un video caricato su Youtube, intitolato "Sai quali sono i tuoi diritti?" (guarda video) dove vengono illustrati in versione “facile”, i diritti delle persone con disabilità secondo la convenzione ONU.

PERCHÉ: Non c’è bisogno di spiegarlo molto; è il modo migliore per assistere i disabili; non assisterli. Per dargli pari diritti infatti non basta assisterli, cosa che può essere umiliante e che dà comunque all’”assistente” un potere, ma bisogna dargli i mezzi per cui possa essere autosufficiente. Come chi è su una sedia a rotelle ha diritto alle rampe per salire sul marciapiede – in modo da non aver bisogno di aiuto – così chi non è in grado di capire un testo, per incapacità e non per ignoranza o analfabetismo di ritorno, ha diritto ad avere delle “rampe” linguistiche per facilitargli la “salita”.

Si vuole cioè rendere più facile la vita ai disabili mentali, restituirgli dignità, permettergli una comprensione anche di temi difficili, in modo che siano capaci di comprendere aspetti fondamentali della loro vita, dei loro diritti, che altrimenti rimarrebbero degli ostacoli insormontabili alla libertà di queste persone.

PERÒ: Tutto molto giusto. Speriamo solo che non si cominci a scrivere con linguaggio ultra-semplificato ogni cosa per dare diritti a una minoranza di persone, trattandoci tutti da disabili. Speriamo cioè che resti relegato all’uso per cui è nato. Infatti, se oltre ai disabili mentali, c’è in Italia una buona percentuale di cittadini che pur non avendo alcun impedimento non sono comunque in grado di comprendere un testo scritto in italiano corrente. Quindi, lo dico?, questo progetto torna utile anche a una buona fetta di disabili “culturali”.

La semplificazione già la fa da padrone in tutti i campi della nostra vita, dominati dalla rete e dalla superficialità e rapidità che comporta questo nuovo modello socio-culturale. Ma semplificare documenti ufficiali e leggi, forse, le rende più vaghe, più facilmente aggirabili… e usare un linguaggio semplificato in tutti i contesti anche i più complessi, può renderci superficiali – poche parole pochi pensieri – incapaci di vedere un po’ più in là. Insomma non vorrei che il semplice ci rendesse sempliciotti.

Ant.Mar.

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