Vignetta di Pat Carra |
Sul sito del Sole24ore
trovo un articolo intitolato "Chi insegna in inglese va premiato" che, ancora, critica gli argomenti del Tar e di molti
docenti del Politecnico di Milano, sull’inglese come unica lingua di
insegnamento delle lauree specialistiche. Ne ho parlato già in vari articoli:
sia in occasione della proposta del rettore, sia in occasione della sentenzadel Tar. Ma le polemiche continuano, quindi continuo anche io. Prendo due
stralci significativi dell’articolo in questione; per leggerlo tutto, clicca
QUI.
PRIMA FRASE: "Visto
con l'occhio di un economista, questa vicenda appare paradossale per l'assoluta
non considerazione da parte dei giudici dei fattori di contesto in cui è stata
presa la decisione oggetto di annullamento."
Appunto,
con l'occhio dell'economista. Io, se parlo di
economia, corro il rischio altissimo di dire stupidaggini. Ma non ho la pretesa di dire la mia su
questioni economiche... non lo so, non lo capisco, lo accetto. Tu,
economista, non dire stupidaggini sulle questioni di lingua, per favore.
Il problema della
linguistica è che la lingua appartiene a
tutti e quindi tutti pensano di saperne tutto (tutti, tranne i linguisti,
sarà un caso?), dalle implicazioni politiche al discorso pretestuoso del “si
dice o non si dice”. (Me lo chiedono in continuazione: e io rispondo, non senza
una piccola dose di provocatorietà, “se
lo dici, si dice”, e qui si inalberano. Per loro o è giusto o è
sbagliato... specie gli scienziati, non accettano l'elemento irrazionale e inconoscibile che è alla base del
linguaggio umano). Quando parlano di questioni linguistiche senza cognizione di
causa, mi arrabbio, proprio come gli economisti si innervosiscono a sentire le
cose che girano su Youtube su
signoraggio ecc.
Insomma, è PARADOSSALE che
un docente italiano insegni in italiano a degli studenti italiani in un’università italiana in Italia. Infatti, nel Regno Unito mica insegnano nella loro lingua,
sarebbe paradossale!
SECONDA FRASE: "Vi
è sottostante un palese conflitto di
interessi tra lo studente-cliente e il
docente-lavoratore, in quanto la
salvaguardia dei diritti acquisiti dal secondo va a scapito degli interessi del
primo."
L'equazione
studente=cliente... ma per favore, che mostruosità! Gli interessi dello studente sono di
comprendere fino in fondo e padroneggiare a perfezione la materia: fallo in
lingua straniera, e poi me lo racconti.
Che
razza di inglese vuoi imparare da un professore
italiano che parla una lingua straniera? Un docente di chimica deve insegnare la
lingua inglese o la chimica?
Avete
mai studiato un libro scritto in lingua straniera?
È il doppio più difficile capire a fondo, e il triplo più difficile da
assimilare e collegare con le altre conoscenze che hai. Ne so qualcosa: vivo in
Francia, sono quasi perfettamente bilingue, eppure la lingua francese – che è
molto più vicina all’italiano di quanto non sia l’inglese – rimane una “seconda”
lingua.
E poi, vai a confrontarti in una lingua che per te
è straniera, con uno che quella lingua la capisce da quando sta nel ventre materno
e ha studiato la materia nella sua lingua.
Oppure, crea servizi chiari per italofoni,
quando non hai nemmeno le parole tecniche di base in italiano. Un pescatore
siciliano dovrebbe sapere che cos'è il Welfare?
La lingua non è merce, non si vende, non
ha niente a che fare col mercato. Mentre ha molto a che fare con la libertà dei singoli e con l'autodeterminazione dei popoli. Imporre l'inglese, fa comodo solo agli inglesi, o meglio, agli americani, all'Impero dominante. Gli unici che hanno il privilegio di studiare nella propria lingua e di conoscere SOLO la propria lingua.
Ant.Mar.
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