Foto di Giuseppe Scigliano |
Nella giornata del 14 marzo scorso, presso la Leibnizhaus dell’Università di Hannover,
si è tenuto il Convegno sul tema “L'italiano
e i processi di globalizzazione: le sfide del “mercato” delle lingue”,
promosso e organizzato dal Consolato
Generale d’Italia in Hannover, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Wolfsburg e il Comites di Hannnover, di cui ho aperto
i lavori portando ai presenti il saluto di S.E. l'Ambasciatore d'Italia Elio Menzione.
Alla manifestazione hanno preso
parte numerosi docenti delle Università
tedesche e italiane, insegnanti
di italiano, Presidenti delle
Deutsch-italienische Gesellschaft e amici della lingua italiana provenienti dai cinque Laender della circoscrizione consolare
ed in particolar modo dalla Bassa Sassonia. In sostanza si è trattato di
un Convegno per addetti ai lavori.
Il Convegno ha trattato ha
focalizzato i processi di mutamento,
i fenomeni di contatto, di mantenimento e di diffusione della lingua
italiana. Due Relatori dell'Università di Osnabrueck hanno invece
incentrato il proprio intervento sulla condizione
dell’italiano come lingua straniera nel sistema istruttivo e universitario
della Bassa Sassonia.
Il prof. Klaus Hölker, ordinario di letterature romanze presso l’Università
Leibniz di Hannover, ha presieduto i lavori introdotti con una serie di domande
poste agli illustri Docenti dall'Addetto culturale del Consolato, Sig.ra Laura Todescato.
Il Prof. Massimo Vedovelli, Rettore dell’Università per Stranieri di Siena,
Ateneo specializzato nella ricerca e nell’alta formazione sull’italiano come
lingua prima e seconda, sul dialogo e la mediazione fra lingue e culture
diverse e nella diffusione della lingua italiana, ha presentato una relazione
dal titolo “Il ruolo dell'emigrazione per
i nuovi assetti dello spazio linguistico italiano” affrontando il tema del rapporto tra l’italiano e le altre lingue
nel territorio nazionale e della posizione di questa lingua nel panorama internazionale. Da Paese
di emigrazione, l’Italia è diventata meta di intensa e crescente immigrazione ampliando il proprio spazio linguistico fino
a comprendere lingue di altri popoli, che diventano sempre più visibili nei
panorami urbani. Il plurilinguismo, che
attualmente caratterizza la Penisola, può essere visto come una Babele in
cui la pluralità degli idiomi genera incomprensibilità
e confusione, oppure come opportunità
“pentecostale” per la comprensione degli altri. Analogamente, l’italiano lingua di origine e lingua
straniera all’estero è motore di
mutamento dei contesti sociali in cui si inserisce.
Il secondo intervento, della
prof.ssa Andrea Grewe, ordinario di
Letterature romanze presso l’Università di Osnabrück e del prof. Andrea Palermo, lettore d’italiano
presso lo stesso Ateneo, ha riguardato la situazione dello studio della lingua
italiana nella Bassa Sassonia. Presentando una serie di dati sullo studio
dell’italiano nei diversi ordini scolastici, i due docenti hanno messo in
evidenza la situazione di lenta ma
progressiva diminuzione del numero degli apprendenti di italiano e la
soppressione di alcune cattedre di Italianistica nelle università
della Bassa Sassonia. Nel “mercato delle lingue”, accanto alla supremazia assoluta dell’inglese, si
assiste sempre più a un aumento dello
spagnolo a scapito del francese e dell’italiano, due idiomi che si
contendono il terzo posto nella classifica delle lingue straniere più studiate
in tutti gli ordini di scuola. L’università di Osnabrück ha adottato, nel corso
degli ultimi anni, una serie di misure
di contenimento del fenomeno che sono approdate in un progetto volto alla
valorizzazione del background
migratorio di studenti con origini italiane.
Nel terzo intervento il prof. Edgar Radtke, ordinario di Linguistica
romanza presso l'Università di Heidelberg, ha illustrato alcune tendenze in
atto nel sistema linguistico italiano, interessato dall’espansione di tratti regionalmente e localmente connotati. Nel
complesso rapporto lingua-dialetto, che ha accompagnato la nascita e lo
sviluppo della nazione, si osserva una regressione
delle macrodialettalità mentre alcune microdialettalità si insediano in
nuovi territori. Questo è il caso della
gorgia, fenomeno fonetico originariamente localizzato nella valle
dell’Arno, che si è via via diffuso
fino a raggiungere la Maremma Toscana.
L’ultimo intervento della
prof.ssa Maria Catricalà, ordinario
di Linguistica presso l’Università Roma Tre, presentato da Annarita Guidi (docente di scrittura e assegnista nello stesso
Ateneo), ha affrontato il tema della lingua
dei brevetti che, secondo le ultime risoluzioni dell’Unione Europea,
possono essere depositati in inglese,
francese e tedesco. L’esclusione dell’italiano pone non solo i problemi di traducibilità notoriamente
correlati al lessico tecnico-scientifico e dell’innovazione, ma anche
importanti limiti alla creatività
linguistica che, attraverso l’attività onomaturgica, definisce e identifica l’invenzione oggetto del
brevetto stesso e rappresenta un importante
tratto identitario della italiana e del made
in Italy.
I numerosi interventi che hanno
animato il dibattito finale hanno evidenziato la notevole attenzione che questo
tema riveste non solo per i docenti italiani ma anche e soprattutto per quelli
tedeschi. In particolare, il titolare della cattedra di Romanistica
dell'Università di Rostock, nel formulare alcune domande di filologia della
lingua, ha invitato tutti i relatori a proseguire questo importante dibattito
con un Convegno da tenersi presso la loro Università, esortando i suoi colleghi
a fare altrettanto affinché si formalizzi un vero e proprio Forum itinerante
sul tema del Convegno.
Invito che è stato accolto con
entusiasmo non solo dal Console Generale, ma da tutti i rappresentanti delle Università
presenti al Convegno.
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