mercoledì 20 marzo 2013

L'ITALIANO E I PROCESSI DI GLOBALIZZAZIONE: LE SFIDE DEL 'MERCATO' DELLE LINGUE.


Foto di Giuseppe Scigliano

Nella giornata del 14 marzo scorso, presso la Leibnizhaus dell’Università di Hannover, si è tenuto il Convegno sul tema “L'italiano e i processi di globalizzazione: le sfide del “mercato” delle lingue”, promosso e organizzato dal Consolato Generale d’Italia in Hannover, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Wolfsburg e il Comites di Hannnover, di cui ho aperto i lavori portando ai presenti il saluto di S.E. l'Ambasciatore d'Italia Elio Menzione.

Alla manifestazione hanno preso parte numerosi docenti delle Università tedesche e italiane, insegnanti di italiano, Presidenti delle Deutsch-italienische Gesellschaft  e amici della lingua italiana provenienti dai cinque Laender della circoscrizione consolare ed in particolar modo dalla Bassa Sassonia.  In sostanza si è trattato di un Convegno per addetti ai lavori.

Il Convegno ha trattato ha focalizzato i processi di mutamento, i fenomeni di contatto, di mantenimento e di diffusione della lingua italiana. Due Relatori dell'Università di Osnabrueck  hanno invece incentrato il proprio intervento sulla condizione dell’italiano come lingua straniera nel sistema istruttivo e universitario della Bassa Sassonia

Il prof. Klaus Hölker, ordinario di letterature romanze presso l’Università Leibniz di Hannover, ha presieduto i lavori introdotti con una serie di domande poste agli illustri Docenti dall'Addetto culturale del Consolato, Sig.ra Laura Todescato.

Il Prof. Massimo Vedovelli, Rettore dell’Università per Stranieri di Siena, Ateneo specializzato nella ricerca e nell’alta formazione sull’italiano come lingua prima e seconda, sul dialogo e la mediazione fra lingue e culture diverse e nella diffusione della lingua italiana, ha presentato una relazione dal titolo “Il ruolo dell'emigrazione per i nuovi assetti dello spazio linguistico italiano” affrontando il tema del rapporto tra l’italiano e le altre lingue nel territorio nazionale e della posizione di questa lingua nel panorama internazionale. Da Paese di emigrazione, l’Italia è diventata meta di intensa e crescente immigrazione ampliando il proprio spazio linguistico fino a comprendere lingue di altri popoli, che diventano sempre più visibili nei panorami urbani. Il plurilinguismo, che attualmente caratterizza la Penisola, può essere visto come una Babele in cui la pluralità degli idiomi genera incomprensibilità e confusione, oppure come opportunità “pentecostale” per la comprensione degli altri. Analogamente, l’italiano lingua di origine e lingua straniera all’estero è motore di mutamento dei contesti sociali in cui si inserisce.

Il secondo intervento, della prof.ssa Andrea Grewe, ordinario di Letterature romanze presso l’Università di Osnabrück e del prof. Andrea Palermo, lettore d’italiano presso lo stesso Ateneo, ha riguardato la situazione dello studio della lingua italiana nella Bassa Sassonia. Presentando una serie di dati sullo studio dell’italiano nei diversi ordini scolastici, i due docenti hanno messo in evidenza la situazione di lenta ma progressiva diminuzione del numero degli apprendenti di italiano e la soppressione  di alcune cattedre di Italianistica nelle università della Bassa Sassonia. Nel “mercato delle lingue”, accanto alla  supremazia assoluta dell’inglese, si assiste sempre più a un aumento dello spagnolo a scapito del francese e dell’italiano, due idiomi che si contendono il terzo posto nella classifica delle lingue straniere più studiate in tutti gli ordini di scuola. L’università di Osnabrück ha adottato, nel corso degli ultimi anni, una serie di misure di contenimento del fenomeno che sono approdate in un progetto volto alla valorizzazione del background migratorio di studenti con origini italiane.

Nel terzo intervento il prof. Edgar Radtke, ordinario di Linguistica romanza presso l'Università di Heidelberg, ha illustrato alcune tendenze in atto nel sistema linguistico italiano, interessato dall’espansione di tratti regionalmente e localmente connotati. Nel complesso rapporto lingua-dialetto, che ha accompagnato la nascita e lo sviluppo della nazione, si osserva una regressione delle macrodialettalità mentre alcune microdialettalità si insediano in nuovi territori. Questo è il caso della gorgia, fenomeno fonetico originariamente localizzato nella valle dell’Arno, che si è via via diffuso fino a raggiungere la Maremma Toscana.

L’ultimo intervento della prof.ssa Maria Catricalà, ordinario di Linguistica presso l’Università Roma Tre, presentato da Annarita Guidi (docente di scrittura e assegnista nello stesso Ateneo), ha affrontato il tema della lingua dei brevetti che, secondo le ultime risoluzioni dell’Unione Europea, possono essere depositati in inglese, francese e tedesco. L’esclusione dell’italiano pone non solo i problemi di traducibilità notoriamente correlati al  lessico tecnico-scientifico e dell’innovazione, ma anche importanti limiti alla creatività linguistica che, attraverso l’attività onomaturgica, definisce e identifica l’invenzione oggetto del brevetto stesso e rappresenta un importante tratto identitario della italiana e del made in Italy.

I numerosi interventi che hanno animato il dibattito finale hanno evidenziato la notevole attenzione che questo tema riveste non solo per i docenti italiani ma anche e soprattutto per quelli tedeschi. In particolare, il titolare della cattedra di Romanistica dell'Università di Rostock, nel formulare alcune domande di filologia della lingua, ha invitato tutti i relatori a proseguire questo importante dibattito con un Convegno da tenersi presso la loro Università, esortando i suoi colleghi a fare altrettanto affinché si formalizzi un vero e proprio Forum itinerante sul tema del Convegno.

Invito che è stato accolto con entusiasmo non solo dal Console Generale, ma da tutti i rappresentanti delle Università presenti al Convegno.

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