Si è tenuto ieri un incontro al Ministero degli Affari Esteri, fortemente voluto
dal Consiglio Generale degli Italiani all'estero e che ha visto radunati alla
Farnesina esponenti del mondo culturale italiano e straniero da cui trarre riflessioni e spunti per una messa a
punto del sistema Paese in materia di promozione linguistica.
Come sono percepite la lingua e la cultura
italiana all'estero? Quale lo stato dell'arte in questo delicato
momento congiunturale? Quali strumenti mettere in atto per ovviare alla
drastica riduzione di finanziamenti da parte del Ministero degli Affari Esteri
a favore di questo settore? A queste domande si è tentato di rispondere nel
corso del Seminario dedicato, appunto, alla diffusione della lingua e
cultura italiana all'estero.
Riportiamo alcune affermazioni che si sono sentite pronunciate dagli illustri (senza ironia) partecipanti:
1: Il sottosegretario
agli Affari Esteri De Mistura, sottolineando la “voglia e la curiosità che esiste
all'estero nei confronti della
nostra lingua e della nostra cultura”, ci invita, pur in questo momento di ristrettezze economiche, a
trovare formule creative che ci permettano di fare di più con meno (certo, basta
fare come Gesù, che moltiplica i pani e i pesci…):
“Sono
stati salvati 2 milioni di euro per la lingua italiana – ha
ricordato l'esponente del Governo, ammettendo: "sono pochi". Interessante
dal punto di vista psicolinguistico l’utilizzo della parola “salvati”… "Proprio
per questo vanno ben usati come trampolino per andare oltre. – ha aggiunto
De Mistura – Di qui l'ascolto anche di altri paesi per capire come
lavorino".
Se davvero
non lo sa, il caro sottosegretario, gli rispondiamo noi: come lavorano, ad es.
Francia e Inghilterra, sul fronte della promozione linguistica e culturale? Investendo
patrimoni da capogiro! Altro che “fare più con meno”: la Francia è il paese
col più grande numero di scuole all’estero; tutte, dico tutte, finanziate
almeno in parte dallo Stato, che non rinuncia a un certo controllo. E non è
questione di disponibilità economiche, ma di intelligenza di investimento. Promuovere
la propria cultura equivale a promuovere il proprio potere in quanto
Stato; e dà forti possibilità di attirare cervelli da altri paesi, come il
nostro, con meno risorse investite nella cultura.
Devo dirlo io che investire sulla cultura è un investimento sicuro e remunerativo, sia
sul breve (se si lavora bene) sia soprattutto sul lungo termine? Devo dirlo io
che questo è ancora più vero in un paese come l’Italia, epicentro della cultura
occidentale antica e moderna (non contemporanea)? Ma andiamo
avanti.
2: Nicoletta Maraschio, Presidente dell'Accademia della
Crusca e moderatrice del seminario, ha presentato anche il nuovo sito
dell'Accademia della Crusca e Vivit, la banca dati, non ancora in linea,
per insegnanti di italiano all'estero. Dopo
aver ricordato come lo studio della lingua italiana funzioni da elemento
promotore nei confronti del nostro paese all'estero, ha fatto presente che,
nonostante i notevolissimi tagli di spesa, la domanda di italiano è
cresciuta in tutto il mondo ed in modo particolare in Canada e nei paesi
dell'Europa dell'Est: “Per andare avanti in questo momento c'è però un punto su cui tutti concordano, ci vuole
maggiore coordinamento. In questo
contesto è questa la criticità da superare”
3: Sulla necessità di un più attento coordinamento
del Sistema Paese, tra MIUR, MAE e Dante Alighieri, ha parlato anche il
Min. Plen. Cristina Ravaglia,
Direttore Generale per gli Italiani all'estero e le politiche migratorie. “Oggi davanti alla risorse sempre più
decrescenti, serve un maggiore coordinamento tra tutti coloro che
operano per la diffusione della lingua e della cultura italiana
all'estero. Il nostro obiettivo deve essere una valutazione congiunta,
una riforma normativa della materia e un coordinamento delle iniziative per evitare così gli sprechi.
Solo un esempio: nel 2011 la Regione Veneto ha stanziato fondi per
i Veneti nel Mondo per favorire il rientro in Italia di questi cittadini. Bene,
noi non sapevamo nulla” ha precisato Ravaglia.
Nel chiudere il suo intervento Ravaglia ha menzionato alcuni importanti risultati come il successo dei corsi di italiano professionale a tema svoltisi a Lima, l'importante intesa firmata con l'Egitto per la creazione di un polo italiano per la formazione di ingegneri, il progetto per l'insegnamento della lingua italiana in 60 scuole russe, il buon esito dei corsi di lingua italiana in rete organizzati a Brasilia; e l'accordo MIUR con l'omologo spagnolo per favorire scambi di studenti.
Nel chiudere il suo intervento Ravaglia ha menzionato alcuni importanti risultati come il successo dei corsi di italiano professionale a tema svoltisi a Lima, l'importante intesa firmata con l'Egitto per la creazione di un polo italiano per la formazione di ingegneri, il progetto per l'insegnamento della lingua italiana in 60 scuole russe, il buon esito dei corsi di lingua italiana in rete organizzati a Brasilia; e l'accordo MIUR con l'omologo spagnolo per favorire scambi di studenti.
Tutte iniziative, però, cominciate qualche tempo
fa, e che non potranno che risentire dei tagli mostruosi fatti da questo
governo; nonostante l’intenzione nobilissima di “fare di più con meno” grazie a
un maggiore e migliore “coordinamento".
4: Presente in rappresentanza
delle Regioni, Silvia Bartolini, Presidente della Consulta degli
emiliano-romagnoli nel mondo, ha dichiarato come il tema
'coordinamento' sia attualmente nell'agenda di moltissime Regioni. “In più occasioni, sono state rilevate
grandi potenzialità ma si sono anche riscontrate delle criticità, quasi sempre
dovute ad una carente politica di coordinamento, tanto più necessaria in questo
momento di crisi.” ha rilevato, sottolineando la grande alleanza che
le Regioni hanno stretto con il CGIE per quanto concerne la promozione della
lingua e della cultura italiana nel mondo. “Sono diverse le questioni che ci
legano. Noi come loro pensiamo, infatti, che solo diffondendo la lingua si riesca a creare un legame tra il nostro
paese e le comunità italiane all'estero, e che attraverso la lingua si
arrivi a promuovere il nostro paese a tutto campo” ha proseguito Bartolini
indicando come gli investimenti di
alcune Regioni in questo settore siano stati purtroppo tagliati e,
in alcuni casi, azzerati.
“A fronte
di un calo di risorse, il numero di corsisti però non scende [quindi, se la
logica esiste ancora, è scesa la qualità
dell’insegnamento, NdR] e le comunità regionali continuano ad essere
delle reti ricche e vitali, anche in
assenza di finanziamenti” ha concluso Bartolini ipotizzando la creazione di
un Osservatorio sulle comunità italiane all'estero per raggiungere una
maggiore trasparenza ed essere informati su chi fa cosa".
QUINDI:
Se vogliamo fare un resoconto un po’ (ma
neanche tanto) maligno di questo importante incontro istituzionale, potremmo
riassumerlo così: anche se allo Stato italiano non importa granché di
promuovere se stesso, la propria lingua e cultura, per attirare cervelli (e non
investitori, ma intelligenze!), per imporre la propria presenza almeno con un
peso culturale; tuttavia lavoriamo tutti felici e contenti, “coordiniamoci”, e
questo basterà per far fronte al disastro culturale e linguistico che stiamo
costruendo giorno per giorno.
Tanto ottimismo, ma poche certezze; tante parole
al vento, ma pochi fatti; poca VERA promozione culturale; pochi finanziamenti (quasi nulli) "ma un cuore grande così" e "tanta voglia di ricominciare... abusiva" come dice Elio.
Come dire: tanto fumo, e niente Ariosto...
Ant.Mar.
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