giovedì 28 febbraio 2013

IL MILLEMILA PIEDI E A ME MI (PIACE IL MIELE)



L’USURA DELLE PAROLE: La “pressione del parlato” è quella spinta innovatrice che il solo fatto che milioni di persone parlino una lingua – in diversi contesti, livelli sociali, zone geografiche, e generazioni – dà alla stessa lingua. In italiano è abbastanza evidente che, finché la nostra lingua è restata quasi esclusivamente legata allo scritto, praticamente è rimasta inalterata per secoli. Ma appena tutti, sul territorio nazionale, si sono messi a parlare italiano, tutta una serie di neologismi e nuovi modi di dire si sono imposti in quantità mai viste prima, anche se si escludono le parole di derivazione straniera.

Uno degli effetti più interessanti della “pressione del parlato” è il fatto che le parole, come consumate dall’uso, sembrano perdere pian piano di pregnanza, il loro significato perde di “peso”, al punto che si ricorre, spesso, all’uso di ridondanze e ripetizioni. È un fenomeno conosciuto da qualunque lingua al mondo; per quel che ci interessa – l’italiano – il primo esempio di questo fenomeno che viene in mente è l’uso sempre più diffuso di “a me mi”, tanto che ormai ci si domanda se sia ancora da considerare “errore”, nel parlato, beninteso.

martedì 26 febbraio 2013

SEI UNIVERSITÀ ITALIANE APRONO I CORSI IN INGLESE



Francesco Profumo The International

1. La guerra è iniziata. Vabbé, non esageriamo… l’esperimento è iniziato: sono solo sei le università italiane che hanno aperto da pochi giorni le iscrizioni per le prime facoltà, in vari ambiti da medicina a ingegneria, interamente in lingua inglese. Le iscrizioni hanno registrato già più 700 candidati e proseguiranno fino a fine marzo. Tutto grazie all’iniziativa del ministro dell’Istruzione Pubblica Francesco Profumo, detto the International, che a margine della presentazione del master in Istituzioni e Politiche spaziali presso la Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (Sioi), ha affermato:  

È necessaria una maggiore apertura internazionale anche nel settore dell’istruzione, e proprio in questa prospettiva abbiamo attivato dei test per facoltà in lingua inglese
Per migliorare la nostra competitività - ha proseguito il ministro - è necessario interiorizzare maggiormente l’appartenenza all’Europa. Gli studenti stranieri nelle nostre università sono appena il 2.5%, un dato troppo basso che dobbiamo assolutamente aumentare. 

2. Affianco direttamente, come a caso, quanto si legge sul sito dell’Agenda Monti:
Cambiare l'offerta formativa fin dalla scuola materna in modo che lo studio della lingua Inglese non sia più visto come una "seconda lingua" ma che invece permetta lo sviluppo di un completo bilinguismo Italiano/Inglese per permettere una completa autosufficienza linguistica. [...] Per questo è necessario che l’inglese penetri potentemente nella nostra società

3. Quindi faccio un riassuntino. Se ho capito bene: è necessario che l’inglese ci penetri potentemente, e per questo è necessaria una maggiore apertura  internazionale di anche, così da interiorizzare maggiormente l’appartenenza all’Europa, e crogiolarci con la mastu… ehm, l’autosufficienza linguistica.

Non penseranno mica che il bilinguismo sia una pratica sessuale… spinta?

4. Tornando seri, davvero pensano che gli studenti stranieri non vengano in Italia a causa della lingua in cui si svolgono i corsi? Davvero pensano che insegnare (e imparare) in inglese - abbandonando l'italiano - ci renda più competitivi, più internazionali e cosmopoliti? Davvero pensano? Come faranno i francesi, che attirano anche professori, oltre che studenti, stranieri? E gli spagnoli? Come cacchio faranno a fare scienza e cultura in una lingua diversa dall’inglese? Resta inspiegabile.

Ant.Mar.

lunedì 25 febbraio 2013

EXIT POLL


Oggi è la giornata degli exit-poll, secondo la televisione. Su tutti i canali, infatti, usano questa terminologia. Perché? Cos’è un exit-poll? qual'è la sua peculiarità, che rende necessaria la parola? #cometradurresti “exit-poll” ? 

Su Wikipedia si legge che
un exit poll (la traduzione letterale della locuzione è "sondaggio all'uscita") è un sondaggio effettuato all'uscita dei seggi elettorali  tra i votanti ad un'elezione. 

un'atra etimologia è proposta invece da Nonciclopedia, che afferma: 
Gli exit poll, dall'inglese polli in uscita (dai seggi), sono uno dei modi più inutili e divertenti con cui spendere i soldi dello Stato.
La Treccani, invece, traduce con «votazione all’uscita», che però non mi pare che renda l'idea della locuzione così come è usata in italia. Inoltre, come sempre la Treccani, si guarda bene dal riportare un corrispondente italiano.

mercoledì 20 febbraio 2013

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA LINGUA MADRE (RIPUDIATA)



LA PROPOSTA: La notizia è datata, e ormai nota: ne abbiamo parlato a suo tempo su questo giornaletto. Si tratta dell’intenzione del Politecnico di Milano di usare unicamente la lingua inglese per le Lauree Magistrali e i Corsi di Dottorato, con l'esclusione dell'italiano, a partire dal 2014 (cfr articolo). 

Questa presa di posizione del rettore, accecato da un’idea sbagliata di internazionalità, non ha mai smesso, da allora, di essere oggetto di dibattito sui mezzi di informazione e in numerosi convegni. Già a suo tempo la prima reazione fu quella di un  consistente gruppo di docenti dell'Ateneo che si è espresso contro tale decisione del Senato Accademico, prima con un appello rimasto inascoltato, poi con un'azione legale di fronte al TAR, che mira a mantenere l'uso dell'italiano nelle nostre università.

Esatto: l’idea di escludere l’italiano dall’insegnamento in Italia, non suscita una risata come tutta risposta: ma un dibattito serio e articolato. Le migliori menti del paese si pongono questo problema, si chiedono se non sia una buona idea.

venerdì 8 febbraio 2013

CLIQ: IL NUOVO SISTEMA DI CERTIFICAZIONE DI ITALIANO

Nasce il 6 febbraio 2013 il «CLIQ - Certificazione Lingua Italiana di Qualità», l’acronimo che rivoluziona la certificazione della conoscenza della lingua italiana all’estero. 

È lo stesso Ministro degli Esteri Giulio Terzi ad annunciare il lancio del nuovo sistema di certificazione unificato, che consentirà all’Italia di disporre di un marchio di qualità linguistica chiaramente identificabile dal pubblico straniero desideroso di studiare l’italiano. 

L’iniziativa ha preso ufficialmente il via oggi alla Farnesina al termine dell’incontro tra lo stesso Terzi e i rappresentanti dei quattro enti certificatori della conoscenza della lingua italiana per stranieri: Giovanni Paciullo, Pro Rettore dell’Università per Stranieri di Perugia, Massimo Vedovelli Rettore dell’Università per Stranieri di Siena, Guido Fabiani, Rettore dell’Università degli Studi Roma Tre e Alessandro Masi, Segretario Generale della Società Dante Alighieri

È grazie all’impegno comune del Ministero e dei quattro enti - ha sottolineato il capo della diplomazia italiana - che è stato possibile varare il nuovo certificato. Il nuovo sistema è in linea con gli standard scientifici fissati dal Consiglio d’Europa nel «Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue», è conforme alle migliori pratiche internazionali di certificazione linguistica e consente di superare il problema della frammentazione delle offerte di studio destinate agli studenti di italiano nel mondo. «Le nostre ambasciate, i consolati e gli istituti italiani di cultura -ha dichiarato Terzi- sono già pronti per assicurare la massima diffusione della CLIQ in tutti i Paesi e in tal senso è stata sottoscritta una specifica convenzione tra Ministero e Associazione CLIQ». Per gli Stati Uniti, «mercato» dove la domanda di italiano è in crescita, è stato previsto che il nuovo certificato potrà essere rilasciato agli studenti che supereranno l’esame di italiano dell’Advanced Placement Program (APP), che consente di acquisire in anticipo crediti spendibili presso importanti Università americane e di altri Paesi. Un modello che il Ministero degli Affari Esteri intende incoraggiare presso tutte le istituzioni scolastiche nel mondo dove si insegna l’italiano.

(fonte: lastampa.it)

mercoledì 6 febbraio 2013

AGENDA MONTI: IMPORRE IL BILINGUISMO IN ITALIA



IL BILINGUISMO - La lingua inglese è fondamentale per viaggiare, per lavorare, ma anche per studiare all’estero, per poter usare la rete in modo del tutto attivo e consapevole e molto altro. Su questo non ci piove. E non ci piove, quindi, sul fatto che è necessario un insegnamento più approfondito dell’inglese, e più precoce, cioè a partire dai primissimi anni di scolarizzazione. Vanno in questa direzione alcune proposte dell’Agenda Monti, molto attenta al problema della scarsa conoscenza della lingua inglese (e in generale delle lingue straniere) tra gli italiani.

Le idee proposte nell’Agenda Monti sono leggibili sul sito Agenda-Monti.it; ad esempio la volontà, che non pare sbagliata, di rendere l’insegnamento della lingua inglese obbligatoria fin dall’asilo; o l’intenzione, (che invece qualche dubbio lo suscita), di insegnare in lingua, nei licei linguistici, anche materie che non hanno strettamente a che fare con la lingua, ad esempio la matematica.

Più allarmanti sono la proposta di insegnare in lingua straniera materie che non hanno a che fare con la lingua anche nei licei non linguistici, (immaginate, al classico, che successo avrebbe la fisica in inglese…) o la decisione del Politecnico di Milano diinsegnare unicamente in lingua inglese a partire dal 2014. Sono allarmanti, perché non sembrano avere l’intenzione di promuovere la conoscenza di una lingua straniera, quanto piuttosto di boicottare la lingua madre, considerata sempre più inutile, proprio come il nostro patrimonio artistico e culturale. In fondo, a che serve Pompei?