“I sottotitoli sono importanti per
assicurarsi che tutti, anche i non udenti o semplicemente chi ha problemi di
udito, e gli spettatori che parlano altre lingue, possano godere dei video su
YouTube”.
La lunghissima sperimentazione comincia nel 2009
quando su Youtube vengono inseriti i sottotitoli
automatici, ovviamente in inglese. A secoda lingua è stata il
giapponese, seguito da coreano e spagnolo.
Oggi, 2012, si aggiungono 6 lingue europee: l’italiano,
il tedesco, il francese, il portoghese, il russo e l’olandese. Ci sono attualmente
su Youtube quasi 200 milioni di video: qualunque sia la lingua, da oggi potete
seguirli con sottotitoli in italiano. Non è grandioso? In effetti lo è, almeno
teoricamente, visti i ripetuti allarmi sulla scarsa presenza della lingua
italiana in rete e sulla tendenza degli italiani stessi (guardate i profili su
twitter ad esempio: anche voi l’avete messo in inglese?) a rifiutarsi di usare
la lingua italiana in rete.
YouTube, con l’implementazione di questa nuova tecnologia
che genera la trascrizione automatica delle parole di un video permettendo agli
utenti di visualizzarne i sottotitoli, sta aumentando esponenzialmente il
bacino d’utenza: un ulteriore colpo per i canali televisivi, su cui ormai da
anni è in vantaggio. I sottotitoli potranno essere tradotti in una lingua
diversa da quella del video, consentendo a persone di ogni provenienza di ascoltare
e capire un discorso di Obama, o lo spezzone di un film straniero. Potremo, forse,
riuscire a capire cosa cacchio dice Di Pietro!
Ovviamente il sistema non è perfetto, e c’è chi,
tra linguisti e informatici, dubita fortemente che si possa realmente arrivare a
un sistema di traduzione automatico davvero soddisfacente. Per
l’automatizzazione dei sottotitoli il sistema utilizza lo stesso sistema di algoritmi
che consentono il funzionamento di Google Voice; tutt’altro
che perfetto, ma certamente all’avanguardia.
Tuttavia bisogna dire che, per ovviare a questi
limiti, il meccanismo si basa sulla generazione di un documento testuale che
potrà essere corretto dall’autore del filmato e tradotto anche con il traduttore
di Mountain View. Questi strumenti includono la possibilità di scaricare i
sottotitoli per la modifica, o la modifica in linea su YouTube.I creatori
stessi dei video avranno cioè la possibilità di migliorare le didascalie
automatiche: certo, se non conosci il giapponese hai poco da correggere, ma è
importante che vi sia questa possibilità di utilizzo “manuale” perché, come
avvertono gli stessi tecnici del sito di video più grande al mondo, ci saranno sicuramente svariati errori nella traduzione del testo. (e
lo si capisce chiaramente quando pensiamo al traduttore di Google, che traduce
appunto macchinalmente parola per parola, spesso con esiti comici).
Vorrei perciò che non ci si dimenticasse di
questo: se la traduzione automatica veicola un italiano impoverito e scorretto alla lunga ciò può influire negativamente sul nostro modo di esprimerci
quotidianamente, al bar come in rete. Ricordiamoci il ruolo fondamentale della
televisione per l’unificazione linguistica d’italia: moltiplichiamolo per mille
e vedremo i rischi che si corrono se l’italiano veicolato da internet fosse
indegno di tale nome; come in effetti, per molti aspetti, già è. chi cerca più le notizie sui siti italiani? si cercano le news!
Nonostante i limiti (forse) insormontabili quando
si tratta di automatizzare le lingue (Wittgenstein insegna), nella rete si trovano solo ed
esclusivamente affermazioni ottimiste, persino utopiste, sull’avvenuta
rivoluzione e l’abbattimento delle barriere linguistiche.
Siamo ancora molto lontani da questo; ma gli
innamorati e sostenitori di internet non vogliono sentire ragioni e annunciano
l’inizio di una nuova era. Senza troppo sbilanciarmi, e sentendo il dovere,
come sempre, di far notare i limiti e gli aspetti negativi di ogni cosa,
accolgo la notizia con piacere, e vado subito a sentirmi, anzi a
leggermi, il discorso palestinese di ieri all’Onu; se sarà sottotitolato in italiano
comprensibile.
Ant.Mar.
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