LA PADRONANZA LINGUISTICA DEI ‘PIZZARDONI’: Cominciamo
col chiarire per i non romani, che “pizzardoni”
a Roma sono i Vigili Urbani. Per saperlo, bisogna essere romani. Ma non c’è
bisogno di essere cittadini della capitale per sapere che, i vigili, e in generale
i pubblici ufficiali, non sono
ferratissimi in quanto a conoscenza della lingua italiana. Né c’è bisogno
di essere un turista per immaginare quale sia il livello medio di lingua inglese presso i Vigili.
Se nel secondo caso, la lingua straniera, sarebbe doveroso che ne conoscano un pochino –
quanto basta per indicare ai sudati tedeschi la direzione per il Colosseo – per
il primo appunto, è quantomeno preoccupante che non siano in grado almeno di
differenziare parlata romana e italiano standard. Ma non siamo qui per tirare
le orecchie ai poveri vigili urbani: in
fondo, non gli si chiede, né si potrebbe, di essere dei petrarchisti o dei
leopardiani, anche se sarebbe bello che sapessero il significato delle parole
che usano nei verbali, se non altro per combattere e sconfiggere il “burocratese”.
Ma non è di questo che parliamo oggi.
Oggi parliamo di un ennesimo insulto alla lingua italiana. Cos’è successo?
LE RICETRASMITTENTI, BABY: è successo che il corpo dei
vigili urbani di Roma ha ricevuto 500
ricetrasmittenti nuove in via sperimentale. Bene! Mezzi all’avanguardia per combattere i vandali del traffico, che a
Roma non mancano. Già: ma talmente all’avanguardia,
che non esiste la versione in lingua italiana.
"Alcuni comandi dei vigili urbani di Roma hanno
ricevuto, in via sperimentale, le prime 500 ricetrasmittenti, ma i menù e i sottomenù
del sistema operativo sono solo in
lingua inglese".
Segnala il sindacato O.s.po.l. (Organizzazione Sindacale Polizie Locali) che
in una nota spiega che il nuovo sistema, chiamato Dedra, "mette in
difficoltà gli operatori" dato che non è possibile "opporre
[sic!] alcuna modifica" alla lingua.
Quindi, non gli
si chiede di essere dei filologi italianisti, e ci mancherebbe altro; ma gli si chiede di conoscere e operare in
inglese. Infatti, a sentire il
presidente dell'Ospol, Luigi Marucci la vergogna non sta
tanto nel fatto che siamo in Italia, e che sarebbe utile e intelligente, per
usare un eufemismo, che la nostra già disastrata consuetudine burocratica sia
in italiano (che è altra cosa dal burocratese), ma che le ricetrasmittenti
inglesi non siano state precedute da un corso di inglese.
"Il dramma - spiega - è che il
Campidoglio non ha previsto un corso di
lettura in inglese pertanto ai vigili urbani l'Amministrazione comunale
dovrebbe almeno fornire un traduttore
istantaneo dall'inglese all'italiano e viceversa".
IMPARATE L’INGLESE ALLORA! Già: almeno dateci un
traduttore automatico! Sappiamo bene qual
è l’efficacia effettiva dei traduttori automatici: usarne uno creerebbe
ancora più confusione. Se poi in mezzo alle due lingue ci metti anche il problema
enorme rappresentato dal burocratese, viene da ridere… per non piangere.
"L'Ospol invita il Campidoglio a rivedere l'appalto della fornitura,
specialmente per quelle radio in fase di consegna, ed intervenire celermente
presso la casa fornitrice - conclude la nota - onde obbligarla ad apportare tutte le necessarie modifiche affinché
tutti i menù delle nuove Radio siano scritti
in lingua italiana. Altrimenti il Campidoglio dovrebbe istituire un Master in lingua inglese appositamente per tutti i
6.000 Vigili di Roma Capitale".
Le soluzioni suggerite quindi sono due: o fare in modo che in Italia, un vigile
italiano comunichi in italiano con altri italiani usando dei programmi in lingua italiana – insomma che si parli la lingua della gente, ufficiali
o civili che siano - oppure, altra soluzione, che imparino l’inglese, questi
ignorantoni! E quindi dopo i vigili, dovrebbero impararlo anche i civili, visto
che sono loro che hanno a che fare coi vigili…
Ant.Mar.
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